Orizzonte Croma

Riassunto

L'unione fa la forza: primi passi e fondamenti della nostra associazione, per scoprire da dove partiamo, come operiamo e a chi ci rivolgiamo.

È passato qualche mese ormai da quando il progetto Croma ha cominciato a prendere forma, prima intrecciando sottili filamenti d’idee e poi con azioni sempre più concrete. Molte cose si son fatte e molte altre sono da fare e la strada che porta verso il loro compimento sembra essere quella giusta da percorrere; però ogni tanto ritornare sui propri passi, voltare lo sguardo verso i passati orizzonti e porsi qualche domanda sui “perché” e sui “come” aiuta a proseguire con passo più deciso.

Perché Croma? Perché si è sentita l’esigenza di trasformare quello che solo pochi mesi fa era un sogno e una fiaba in una realtà, seppur ancora piccola? È stato un sogno nato in due momenti distinti, da tre menti diverse, la mia e quelle di un altro artista terapista e di un musicoterapeuta, che una sera, in un pub di Monza, hanno deciso che la strada da percorrere era una sola e che la si sarebbe percorsa in condivisione. Condivisione di saperi, di incertezze, di dubbi e consapevolezze, condivisione di idee e obiettivi.

Usciti dal percorso di studi si è sostanzialmente soli di fronte al mondo del lavoro, ma tutti e tre abbiamo pensato che la forza del gruppo potesse vincere le paure e le incertezze e che si potesse andare avanti uniti. A volte la risposta ad un problema è così complessa che più persone devono unire la loro immaginazione e  si può giungere alla creazione di un qualcosa solo se si collabora. “Un gruppo non è solo un insieme di talenti individuali: è una possibilità, per quei talenti, di superare se stessi, di produrre qualcosa che è più grande di quanto si riteneva possibile” (Jonah Lehrer, Immagina, come nasce la creatività). E da quando ci siamo uniti abbiamo iniziato ad edificare il “palazzo” Croma pezzo per pezzo.

La parola “unione” non comprende solo le basi del nostro progetto ma, per come la vedo io, essa ne comprende anche gli obiettivi. Il lavoro condiviso può considerarsi una delle fondamenta del fare di Croma, sia nel modo di porsi e di progettare sia nelle sue proposte. Progettare in condivisione per attività condivise è la forza che il gruppo può dare alla quotidianità, creando una rete non virtuale, ma concreta e reale, quasi corporea di saperi, possibilità e opportunità. Inoltre creare un’associazione, un gruppo di individui che operi sul territorio con gli strumenti dell’arte e della musica per la crescita sociale, vuol dire unire questo territorio, unire gli individui che ne fanno parte e creare una rete in una realtà sempre più diversificata e per certi aspetti destabilizzante.

L’Arte terapeutica e la Musicoterapia possiedono gli strumenti per operare a favore del benessere dell’individuo e della comunità, a favore della cultura e di tutti gli aspetti che ne fanno parte in primis di quelli artistici intesi come creatività e patrimonio e di quelli musicali. Non deve trarre in inganno l’affiancamento del termine “terapia” a quelli di “musica” e “arte” poiché Croma non opera e non opererà solo in contesti di difficoltà e disabilità, dove la parola “terapia” si lega idealmente al contesto medico. Croma vuole operare sul territorio e su tutti i suoi cittadini poiché è di arte e di musica che si parla e per ciò di mondi appartenenti alla quotidianità di ciascuno. Proprio per questo ritengo che le scuole saranno tra gli obiettivi primari del fare di questa associazione poiché il bambino e il ragazzo di oggi saranno gli adulti di domani. L’individuo creativo è in continua evoluzione e le sue possibilità creative nascono dalle continue relazioni tra le cose che egli può fare e inoltre, come anche afferma Munari in Fantasia, uno dei suoi testi più celebri, “una persona creativa prende e dà continuamente cultura alla comunità, cresce con la comunità”. L’arte e la musica creano e offrono strumenti per la stimolazione della creatività ed è per questo che poi si abbina a loro la parola “terapia” perché vuol dire cura e benessere per l’individuo e la società al di là delle disabilità e difficoltà.

Nello stesso tempo di questo sguardo verso passati orizzonti mi accorgo che la risposta, intima e personale, alla domanda “Perché Croma?” non può esaurirsi qui, ma si apre ad un ventaglio di possibilità e idee passate, presenti e future che, srotolando il gomitolo dell’esistenza, ci impegneremo a indagare.

Francesco Serenthà

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