Riassunto
In un contesto in cui la musica contemporanea a volte risulta disillusa può nascere una musica... buona, positiva, educativa, istruttiva e di ispirazione?
Questa musica esiste! Sogna con Alfa e Vecchioni, che ci insegnano ad essere semplicemente e autenticamente noi stessi e a guardare il mondo con occhi diversi.
UN SOGNO DALLA ALFA A… VECCHIONI
Ormai è chiaro, siamo rimasti colpiti da alcuni esempi di canzone contemporanea che si distinguono per qualità musicale ma anche per brani che possono avere un valore educativo o stimolare una fruizione attiva nell’ascoltatore che determini una crescita culturale. Abbiamo descritto il progetto di Lorenzo Baglioni e raccontato una prima volta dei Pinguini Tattici Nucleari, poi lo abbiamo rifatto, perché l’argomento era gustoso. Ne abbiamo parlato troppo? No dai, ci piace essere ridondanti, soprattutto se con i nostri articoli possiamo suscitare nuove riflessioni e fare divulgazione, mostrando esempi di percorsi artistici positivi. Allora potevamo non parlare di Alfa?
Torniamo con la mente all’ultimo Festival di Sanremo (che anche in passato ci ha offerto molti spunti). Il palcoscenico dell’Ariston quest’anno è stato rampa di lancio per Andrea De Filippi, in arte appunto Alfa, speaker di Radio Zeta e cantautore emergente del nuovo panorama musicale italiano, un giovane dal viso pulito, sempre con il sorriso stampato e con la faccia da “bravo ragazzo”, quasi fosse un eterno bambino. Insomma, caratteristiche che potrebbero farlo sembrare un po’ fuori moda (e fuori posto), in controtendenza con i “bad boys” e con gli artisti “ribelli” sempre più in voga. Anche lui, come i Pinguini Tattici Nucleari e Lorenzo Baglioni, non ha bisogno di fingersi ciò che non è, di mostrarsi un po’ “maledetto” né di scrivere versi aggressivi, tutt’altro: parla di sogni, speranze e ambizioni, con la carica, l’energia e l’entusiasmo di chi ha tutta la vita davanti, con lo sguardo di chi è in grado di cogliere e assaporare la bellezza in ciò che lo circonda, al punto da poter cantare ciò che vede e ciò che questo suscita in lui. Non è un caso che il suo ultimo album si chiami Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato, frase che rispecchia le domande, le emozioni e la speranza che permeano la ricerca nella crescita giovanile, ma che racchiudono un’estrema maturità e una profondità degna dei grandi pensatori della storia della filosofia.
Alfa è stato in grado di sognare, di credere nei suoi sogni e questo lo ha portato a salire su un palco. Direi che il percorso che ha fatto e lo spirito che lo muove si possono ritrovare in maniera evidente in un brano come Vai!. Anche la scelta del pezzo cantato nella serata delle cover rispecchia pienamente il personaggio, al punto da esaltarne le caratteristiche: nasce un duetto poetico con Roberto Vecchioni (altro pilastro del cantautorato che ha composto fior fior di brani che definirei Musica Buona) sulle note della sua indimenticabile Sogna, ragazzo, sogna, una canzone dedicata agli studenti del “Professore” ma che sembra quasi scritta anche per il giovane artista. Ne scaturisce un rapporto tra vecchie e nuove leve che si carica di significati e che unisce la canzone italiana tra passato e presente, che lega le generazioni come in un dialogo ispirato e amorevole tra un nonno e il proprio nipote; il brano viene affidato, condiviso, il messaggio ricevuto, abbracciato e arricchito da Alfa. Gli ultimi versi lasciano spazio al futuro, alla vita, passano il testimone perché un’altra storia possa continuare:
«Sogna, ragazzo, sogna
Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania
Manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu».
Il giovane non se lo fa ripetere due volte e da lì esplode una nuova traccia, la canzone muta, continua e si completa, in un flusso tra timori, speranze e volontà, scritti e interpretati dallo stesso Alfa, un’intuizione riuscita che, con la collaborazione tra i due cantautori, nell’unione di timbri, carriere, generi e generazioni differenti, oltre a generare un nuovo prodotto discografico, un classico che acquisisce nuova freschezza, è espressione perfetta del contenuto che espone: arte per bene; fatta bene e che fa bene!
Fa bene perché insegna a sognare in un contesto difficile e in un panorama musicale che sembra disilluso; fa bene perché insegna ad essere se stessi, anche con semplicità; fa bene perché offre un modello positivo che ricentra lo sguardo sul bello che c’è nel mondo, una bellezza che viene, che si spalanca di fronte a chi la sa cogliere e apprezzare, e che genera amore per la vita; fa bene perché di duetti dal sapore così “familiare”, di rapporti paterni positivi e di adulti che aiutano i giovani a sperare e a costruire il domani, ne abbiamo bisogno! E allora ben venga la Musica Buona!
Testo di Stefano Sorgente