MUSICA BUONA #1

Riassunto

Inevitabilmente le canzoni trasmettono messaggi e i cantanti diventano fonte di ispirazione e modelli da seguire. In un contesto in cui la musica contemporanea a volte risulta disillusa può nascere una musica... buona, una musica positiva, educativa e istruttiva? Questa musica esiste e va forte in radio, negli stadi e nei palazzetti: tra le melodie e nei testi dei Pinguini Tattici Nucleari si nasconde molto di più, aspetti che c'entrano anche con noi e con il nostro ambito di lavoro.

IL LINGUAGGIO DEI PINGUINI (TATTICI NUCLEARI)

Fuggendo le polemiche dei talkshow e quelle dei leoni da tastiera, cerco rifugio nella musica. I brani suggeriti dalle piattaforme di ascolto però mi travolgono con atmosfere disilluse, storie sbagliate e immagini a volte troppo animate. Abbiamo già parlato di come si è giunti a questo tipo di musica e di come quest’ultima possa essere strumento espressivo e di comprensione dei tumulti giovanili, e non vogliamo cadere nel tranello di dire che era meglio prima: dalla nascita del rap fino ad arrivare a nomi noti come Vasco e gli Articolo 31 (amati da intere generazioni), nemmeno gli stili di vita espressi in passato brillavano per equilibrio. Ma un conto è la comprensione e l’analisi del fenomeno e delle sue dinamiche, un altro è l’adesione totale ad esso. I cantanti si trovano a giocare un ruolo delicato in equilibrio tra l’essere artista, chiamati ad esprimersi con libertà creativa, e il vivere da personaggio pubblico, con gli oneri e gli onori dell’essere un esempio sulla bocca di tutti. Attualmente, l’accessibilità immediata a qualsiasi tipo di produzione e l’eco amplificata che ne consegue, sommata a un “vale tutto” generale, fa sì che si moltiplichino modelli culturali anche sopra le righe, in grado di rispecchiare la confusione emotiva del mondo giovanile (e del mondo in generale?) ma non altrettanto capace di fornire spunti e modelli educativi efficaci. Sarà compito della musica e dell’arte fornirli? Forse no, non solo, però qualcuno esiste che, volente o nolente, va controcorrente, facendo ciò con estrema semplicità ed efficacia. Per scoprire di chi si tratta non serve andare lontano… anche se c’entra l’Antartide!

Alla RCF Arena di Reggio Emilia lo scorso settembre i Pinguini Tattici Nucleari hanno allestito un concerto da record, definito dagli stessi “un concerto per sognatori e sognatrici”: «Se sei sfigati come noi possono proporre la loro musica a Campovolo significa che chiunque può farcela». In queste parole sono contenuti molti spunti interessanti, oltre che gli ingredienti del loro successo: l’umiltà di alcuni giovani, magari non i ragazzi più in vista durante gli anni degli studi ma il volto normale e sorridente di chi ha voglia di vivere e qualcosa da dire, ragazzi che si sono fatti strada con impegno, duro lavoro, passione e perseveranza, che hanno saputo valorizzare il proprio talento senza prendere scorciatoie, capaci di fare la «figuraccia» di guidare un pulmino con scritto “Dentista Croazia” che li ha portati dove sono adesso, senza sapere per certo «a che stadio» siano «dell’evoluzione» anche se «forse in questa stessa frase trovo la risposta».

Magari proprio per questo piacciono e arrivano al pubblico, perché danno l’impressione di essere autentici e sinceri, persone come ciascuno di noi, capaci di soffrire come noi e di saper stare in quel dolore con positività, con la forza di chi lo guarda e al contempo vuole uscirne, di chi impara dai momenti no, mostrandosi fragili e rendendo pop e normale poter essere sensibili, a volte perdenti, senza alcun bisogno di scadere nella volgarità per mostrarsi fighi o ciò che non si è, insegnando ad accettare, esaltare e rivalutare la semplicità. Mostrano l’amore in tutta la sua intima forza e dolcezza, con la vitalità di chi ha tutta la vita davanti e con il logoramento del declino fisico, nella salute e nella malattia. Tra tatuaggi e notti d’estate intorno al falò, sanno raccontare gli amori giovanili, le storie che finiscono e gli impeti dell’adolescenza e descrivere sogni, aspirazioni, timori e quelle scelte fatte d’impulso ma nate dal cuore. Sanno cantare la voglia di libertà, la pandemia e l’attualità, le differenze tra generazioni e il progredire dei tempi, le incomprensioni coi genitori, il disorientamento dato dai cambiamenti insiti nel diventare grandi. Sanno dare coraggio ai più giovani per trovare la forza di scrivere alla ragazza che ha rubato loro il cuore, senza scadere nel banale, dipingendo piuttosto ricordi comuni e immagini note ai più, pezzi di contemporaneità osservati con estrema umanità, anche dalla prospettiva di un bambino, tra l’attentato alle Torri Gemelle e le conseguenze dell’errore di Baggio dal dischetto ai mondiali del ’94*. Parlano di tutto e arrivano a tutti, bambini e adulti. Siamo di fronte a personaggi e [consapevoli!] modelli musicali positivi sotto tanti punti di vista, in grado di riempire i concerti di famiglie.

Li si ascolta con piacere per la loro bella musica ma anche per le immagini che sanno comporre. In questo caso l’accostamento insolito tra elementi disparati dati dai giochi di parole tipici della musica indie, dà vita a immagini evocative e brillanti, a volte immediate, altre volte più sofisticate. Sanno far nascere riflessioni dalle ambivalenze della parola “fede” o attivare nell’ascoltatore ricerche di termini pieni di significati e di storie tutte da scoprire: così chiunque può farsi una cultura sui «golpe in Sudamerica» e imparare a cosa serva una «boccetta di Aducanumab», conoscere l’effetto Dunning-Kruger e le conseguenze su Kanye West, scoprire Man Ray, la Principessa Mononoke, Diana e Al Fayed, Dori e De Andrè, e molto, molto altro. Sai cos’è «la terza dell’accordo» e che immenso valore ha?

A chi non coglie tutti questi significati cosa rimane? Musica buona da fruire con piacere. Direi che non è poco, anzi, è il punto di partenza ideale.

Continua…

 

Testo di Stefano Sorgente

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