«A volte voglio tirare fuori alcuni pensieri. Non riesco con le parole, e così lo faccio con la mia matita. Disegno e tiro fuori tutto quello che ho dentro».
Ecco una frase di M., ragazzina brillante e piena di sensibilità con diagnosi di disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento. M., in uno dei nostri incontri, mi spiega con calma che disegna almeno tre volte al giorno. Ha un mondo meraviglioso dentro di sé: i suoi disegni, tutti in bianco e nero, sono altrettanto meravigliosi, anche quando raffigura vissuti di rabbia o di tristezza. Abbiamo imparato che anche le emozioni più difficili possono servire e possono essere in qualche modo “positive”: ci servono per comprendere chi siamo e cosa ci fa stare male e sono positive perché permettono a M. di elaborare disegni stupendi tirando fuori quello che prova analizzandolo, e di diventare ancora più talentuosa quando invece vive emozioni “positive”, come la gioia, dando un valore ancora più profondo ai suoi disegni e quindi ai suoi vissuti.
L’autismo è una condizione innata che influenza l’elaborazione delle informazioni, la percezione, la cognizione e il vissuto emotivo di una persona. Questo tipo di condizione innata è caratterizzata da differenze qualitative nell’interazione sociale, differenze qualitative nella comunicazione e da comportamenti, interessi e attività limitati, ripetitivi o stereotipati.
Inoltre, l’autismo porta spesso a talenti e capacità sorprendenti come nel caso di M.: il talento del disegno. L’autismo presenta sintomi e livelli di gravità notevolmente differenti tra loro, per questo motivo oggi si parla di disturbi dello spettro autistico.
Sono partita dal caso di M., per arrivare al tema dell’importanza delle arti nel campo riabilitativo dei disturbi del Neurosviluppo, tra cui il disturbo dello spettro autistico. Per interagire con bambini e ragazzi con autismo occorre spesso trovare una modalità di comunicazione alternativa a quella orale, e numerosi sono gli studi che rintracciano proprio nell’Arteterapia una valida possibilità.
Grazie agli interventi di arteterapia M. è riuscita a creare un ponte tra il suo talento e le sue emozioni: ha poi aperto una porta e ha reso accessibile il suo mondo a tutti noi. Questo è uno dei tanti benefici che l’arte terapeutica può produrre. È stato dimostrato infatti che l’arte terapia ha effetti benefici anche nelle seguenti aree: motoria, affettiva e cognitiva. Nello specifico i benefici si osservano a livello di sviluppo delle dinamiche psicomotorie, posturali e di coordinazione, permettendo di attivare tutto il sistema sensoriale e dell’equilibrio, e di diminuire risposte psicomotorie ripetitive.
Questi benefici valgono per tutte le forme d’arte: pittura, scultura, musica…
Ogni persona ha il proprio campo preferenziale, ma tutte sono forme di espressione del sé adatte a comunicare con il mondo e con se stessi. L’arte permette infatti un’espressione diretta, immediata, spontanea ed istintiva di noi stessi che non passa attraverso la razionalità.
In tale contesto, è di fondamentale importanza l’alleanza tra arteterapeuta e paziente: L’arteterapeuta è in grado di accogliere e decodificare i messaggi dell’altro. Ciò che è importante in tale relazione è la parte comunicativa dell’arte: non c’è bello e non c’è giusto, ma solo comprensione e accettazione.
Testo di Alice Nova, Psicologa, Tecnico di Analisi del Comportamento, Psicoterapeuta in formazione.